Object Storage: lo spazio infinito per dati infiniti.
Le directory non esistono più, i file diventano “oggetti” archiviati e richiamabili ovunque.
Abbiamo recentemente parlato di backup e, in azienda, sappiamo tutti che il backup è l’azione più “famelica” di spazio: più storicità vogliamo avere dei dati, più spazio serve. E per di più, questo sistema non ha bisogno di prestazioni particolari; una volta creato il file di backup semplicemente se ne sta nella sua fetta di spazio ad invecchiare, a meno che non serva per un ripristino.
Ma il backup non è solo aziendale, possono essere i filmini del matrimonio, le foto di una vacanza memorabile, la collezione di musica personale di brani che magari non troviamo su iTunes, o qualsiasi altro dato. Un backup esterno, fuori dalla sede primaria è quello che serve per essere ragionevolmente sicuri. E sapete dove vanno a finire ciascuna delle vostre foto che pubblicate su Facebook? E i documenti che caricate su servizi di memorizzazione online come Dropbox?
Esattamente nella stessa destinazione dei backup esternalizzati perché Facebook e Dropbox hanno lo stesso problema dei backup: vogliono spazio, spazio, spazio e ancora spazio. Inutile parlare di Gigabyte, Terabyte o Petabyte; l’unico termine accettabile è “infinito”; ma quando sono nati i supporti di archiviazione nessuno avrebbe mai ipotizzato “Spazio, ultima frontiera…”.
“…Eccovi i viaggi dell’Enterprise”; non la nave di Star Trek ma bensì dove il mondo Enterprise si è evoluto con la crescita del business e quindi archiviazione dati in cloud:
Cresce e non è destinato a fermarsi nei prossimi anni. Rispondere alla domanda “dove archivio qualsiasi tipo di dato senza preoccuparmi di costo e capacità ?”
L’object storage è nato con l’unico scopo di soddisfare e rispondere alla domanda: i file, siano essi foto, video, archivi compressi o altro vengono “trasformati” in “oggetti”. Ogni oggetto non è più correlato ad una directory, ma ha semplicemente un descrittore (metadati) e un identificativo univoco che lo rende rintracciabile. L’oggetto a questo punto potrà essere caoticamente ovunque nella struttura object storage: non sapremo mai in che sistema fisico, disco, paese o datacenter si trova. Ma sappiamo che potremo richiamarlo da qualsiasi parte del mondo in ogni istante con il suo id univoco.
Questo in sintesi è l’ “Object Storage” che ad oggi rappresenta la soluzione di archiviazione moderna per i dati in cloud.
Lo sapevi che…
Tutti noi siamo decisamente abituati agli storage tradizionali e all’organizzazione visiva in cartelle. Ed è indubbio che avere un’unica directory con dentro migliaia di file non è semplice da gestire.
Ma nell’Object Storage le directory non esistono, come fare quindi ?
Nessuna paura, per retro compatibilità “visiva” degli utenti i nomi degli oggetti potranno essere preceduti da particolari prefissi, e nel caso si usi un visualizzatore verranno interpretati come “finte” directory, visualizzando poi all’interno solo gli oggetti con il medesimo prefisso.
L’Object Storage non può essere visto come un unità locale del tuo Mac o PC, perché lo spazio è in cloud. Per questo non è possibile fare copia/incolla, ma sarà necessario fare upload/download come su un sito web o un FTP. Nel processo avviene la conversione da file a oggetto o viceversa.
I normali protocolli (NFS, CIFS, iSCSI, ecc..) non si applicano all’Object Storage. Il “linguaggio” di comunicazione è via API, questo perché è pensato per essere interagito da applicazioni e non da utenti. Gli utenti dovrebbero per appunto usare l’interfaccia grafica dell’applicazione, ma per gli amministratori esistono strumenti gratuiti come S3Explorer per Windows o S3CMD per Linux per accedere direttamente.
Nel mondo Object Storage non esiste il concetto di RAID come negli storage tradizionali, ma si parla di Tier: un Object Storage dual tier significa che il dato è ridondato su due differenti locazioni o aree. Le aree possono essere Datacenter differenti come nel caso della soluzione Zadara offerta da MOMIT, oppure geografiche come nel caso delle regioni di Amazon S3.
Gli object storage servono ad archiviare i cosiddetti dati non strutturati come documenti o video anche di dimensioni enormi. Non possono essere usati invece per i database relazionali o dove servono performance elevate.
L’object storage è scalabile all’infinito continuando ad aggiungere sistemi all’infrastruttura e può contenere infiniti oggetti, quindi non è “tanto per dire”: è davvero infinito!
Nell’object storage esiste il “versioning” come nei file per cui quando un oggetto viene scaricato, modificato e ri-caricato come oggetto il sistema riconosce che è il medesimo oggetto e archivia la precedente versione come minore dell’attuale.
Nell’object storage esiste il “cestino” come nei Pc e nei Mac, e si svuota automaticamente dopo un certo periodo di tempo.
Nei metadati degli oggetti è scritto anche il proprietario dell’oggetto. La divisione dello spazio nell’object storage avviene tramite le credenziali dell’account che si usa per accedere, non esiste il concetto di partizione, hard disk, lun o spazio dedicato come negli storage tradizionali.
Object Storage secondo MOMIT
In MOMIT abbiamo sempre creduto che l’Object Storage sia la risposta alla continua crescente domanda di spazio di archiviazione ma non volevamo limitarci a rivendere il servizio di Amazon; principalmente perché non condividiamo l’elevato costo.
I nostri clienti sanno bene che MOMIT è distributore ufficiale ed unico per ZADARA Enterprise Storage, la casa californiana ha pensato ad un servizio di object storage vicino alle esigenze delle aziende e dei professionisti e con costi estremamente contenuti, in formula pay-per-use tipica del cloud, che gli è valso il riconoscimento per il terzo anno consecutivo di essere fra le top 500 company worldwide.
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